sabato 12 luglio 2025
Teatro Sociale Luzzara “Danilo Donati”, ore 18.00
in occasione della Fiera di Luzzara
Presentazione del libro e incontro con l’autore
LUZZARA NEL TRECENTO
Un fortilizio a guardia del confine meridionale dello Stato gonzaghesco
di Carlo Parmigiani
introduce
Gabriele Vittorio Ruffi, Centro Studi Chiesa Matildica, Gonzaga
ingresso libero
Fondazione Un Paese
con il sostegno di
Comune di Luzzara
aperitivo al termine dell’incontro
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“Ciò che decreta il successo di un insediamento umano è la capacità di cogliere le opportunità che un determinato luogo può fornire, quelle offerte dalla natura, dalla creatività e dalla laboriosità dell’uomo, dalle vicende della storia. Per Luzzara l’opportunità naturale è stata quella di trovarsi in un punto nodale per il passaggio dal vecchio al nuovo assetto idrografico del Po, al margine del fiume senescente, ma anche di quello che andò a sostituirlo, un fiume diverso ed in espansione e con davanti un grande futuro come idrovia commerciale. Ma l’apporto determinante del Po non si esaurì con i vantaggi e le attività legati alla navigazione. Il fiume generava ed alimentava grandi risorse naturali come i boschi che ne rivestivano le spone, la golena e le isole in alveo, il tutto legato ancora una volta alla profonda trasformazione ambientale in atto.
In quanto alle possibilità offerte dalle vicende della storia a favore di Luzzara ha giovato il fatto di aver avuto importanti tutori politici ed economici: il monastero di S. Sisto, i Canossa, i Cremonesi, i Gonzaga e con questi ultimi l’opportunità di diventare la capitale di una piccola signoria locale. E tutto sommato non ha nuociuto neppure il fatto di essere stata a lungo un luogo di confine. Il confine è naturalmente soggetto a turbolenze, problemi, frizioni, ma è pure posto in cui è inevitabile oltre al confronto antagonistico, anche quello di emulazione e concorrenzialità positiva coi vicini.
Come tutte le altre attività umane anche la storia ha le sue età dell’oro, i suoi momenti di grazia per prosperità economica e peso politico, o quelli in cui l’espressione artistica si è dispiegata ai livelli più alti. Naturalmente il palcoscenico principale ha i suoi riferimenti nelle grandi capitali, nei grandi personaggi, nei grandi monumenti. Ma anche il contado, il mondo contadino padano e le aree apparentemente marginali hanno avuto i loro momenti aulici, e ciò chiaramente è stato pure per Luzzara.
Ora ben sappiamo che il periodo d’oro della nostra storia, della cultura e dell’arte è stato quello dell’Umanesimo e del Rinascimento, il più indagato ed apprezzato dalla ricerca, il più illustrato dai documenti, il più osannato dagli studiosi. E che lo si apprezzi è umano e naturale, tutto sommato anche giusto. Ma non si possono ignorare i momenti più bui e difficili, quelli necessari a creare le basi dello sviluppo, quelli preparatori ai momenti alti e decantati della storia. E’ proprio ciò che si farà qui descrivendo, forse per la prima volta in modo approfondito, uno dei periodi più marginali per la storia ufficiale, quello trecentesco. E’ un tempo di arretratezza tecnologica, di guerre e razzie, di stenti nella vita quotidiana, ma tuttavia già pieno dei fervori che preludono alle conquiste successive, in cui tutte le risorse sono indirizzate all’obiettivo del miglioramento, sebbene con grandi fatiche e costi umani dolorosi. Le pagine seguenti, pur sinteticamente, permetteranno di approcciare il mondo piccolo e semplice dei nostri avi all’uscita dal Medioevo e all’ingresso in un’epoca nuova, di progresso e redenzione da fame e miseria.”
Carlo Parmigiani, dall’introduzione al libro
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informazioni
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