La sala del Fondo Cesare Zavattini
Luzzara, Centro Culturale Zavattini

ANTONIO SACCÀ
Ideologie del nichilismo, Trevi, 1972
chiose di Cesare Zavattini

ATTILIO BERTOLUCCI
La capanna indiana, Sansoni, 1951
volume con dedica

ALBERTO BEVILACQUA
Questa specie d’amore, Rizzoli, 1966
dedica a Cesare Zavattini

BEPPE FENOGLIO
La malora, Einaudi, 1954
volume con autografo

RAFAEL ALBERTI
Il poeta nella strada, Mondadori, 1969
dedica con disegno a Cesare Zavattini

GAIA MICHELINI
Nietzsche nell'Italia di D'Annunzio, Flaccovio, 1978
volume con dedica 

VALENTINO BOMPIANI
Via privata, Mondadori, 1973
dedica a Cesare Zavattini

GIACOMO GAMBETTI
Sedotta e abbandonata. Dal soggetto al film, Cappelli, 1964
volume con dedica

OSCAR LEWIS 
I figli di Sanchez, Mondadori, 1966
appunti per la sceneggiatura di Cesare Zavattini

CARLO MANZONI
Gli anni verdi del Bertoldo, Rizzoli, 1964
volume con dedica

SIBILLA ALERAMO
Una donna, Universale Economica, 1950
dedica a Cesare Zavattini

PIER PAOLO PASOLINI
Il Vangelo secondo Matteo, Garzanti, 1964
volume con dedica

TONINO GUERRA
Lunario, Benedetto Benedetti, 1954
volume con disegno e dedica

MARIO SOLDATI
Lo specchio inclinato, Mondadori, 1975
dedica a Cesare Zavattini 

TRUMAN CAPOTE
A sangue freddo, Garzanti, 1966
copertina del volume

GIANNI TOTI
Per il paroletariato o della poesicipazione, Umbria Editrice, 1977
dedica a Cesare Zavattini

MARIO SOLDATI
Lettere di Mario Soldati, Mondadori, 1979
volume con dedica

SALVATORE QUASIMODO
Poesie, Edizioni Primi Piani, 1938
dedica a Cesare Zavattini

ANDRÉ BRETON
Primo manifesto del Surrealismo, Il Cavallino, 1945
copertina del volume

UMBERTO ECO
Opera aperta, Bompiani, 1976
dedica a Cesare Zavattini

NAZIM HIKMET
La conga con Fidel, Novecento, 1961
copertina del volume

JOSÉ DE LA COLINA
Cuentos para vencer a la muerte, Los Presentes,  1955
dedica con disegno a Cesare Zavattini

Octubre 1917
 Instituto del libro de La Habana, 1967
copertina del volume

ITALO CALVINO
Il barone rampante, Einaudi, 1957
volume con dedica

LINCOLN BARNETT
L’universo e Einstein, Bompiani, 1966
chiose di Cesare Zavattini

LEONARDO SINISGALLI
Cineraccio, Neri Pozza, 1961
volume con dedica

ALBERTO SAVINIO
Tutta la vita, Bompiani, 1945
dedica a Cesare Zavattini

GUIDO GOZZANO
I colloqui e altre poesie, Garzanti, 1942
volume con dedica

ATTILIO BERTOLUCCI
La camera da letto, Garzanti, 1984
dedica a Cesare Zavattini

SERAFINO PRATI
Cuore padano, La Nazionale, 1967
volume con dedica

NATALIA GINZBURG
La Signora Bovary (traduzione), Einaudi, 1983
dedica a Cesare Zavattini

Fondo Cesare Zavattini

 

«Ma certo quegli immensi rotoli sui quali vengono stampate le parole ci fanno subito sentire il desiderio di conoscere i momenti più interessanti, quasi magici, della storia della carta, della sua nascita multiforme. Ma come in biblioteca, come dovunque, non useremo certo dei criteri didattici, da arido documentario, ma ci serviremo intanto di speaker di eccezione, come Montale, come Sibilla Aleramo, come Quasimodo, che dovrebbero far sentire l’incanto di questa nascita della carta sulla quale poi vanno a fissarsi le loro poesie, il meglio di loro stessi, quei libri alcuni dei quali abbiamo rintracciato, tra le mani di un ragazzo, su un vecchio autobus in Calabria, o in un’aula universitaria durante una lezione dell’insegnante, o addirittura all’estero, su un banco di libreria affollata, segno quant’altro mai espressivo, emblematico della nostra vera presenza in terra straniera».
Cesare Zavattini, lettera del 25 settembre 1958 ad Alberto Mondadori
da Una, cento, mille lettere, 1988

Il Fondo Cesare Zavattini di Luzzara è costituito dall’ingente e pregiato patrimonio librario donato dal grande intellettuale italiano al proprio paese d’origine  in un arco temporale che parte dagli anni più prolifici e intensi della vita dell’autore (anni ’50 – ’60), fino ad arrivare agli anni che precedono di poco la sua morte. Secondo quanto emerso finora dallo studio dei documenti pervenuti, nel 1986 i volumi elargiti da Zavattini si aggiravano attorno ai 4.800 esemplari e, nonostante la preziosità di numerose edizioni, rappresentavano il cuore del patrimonio librario messo a disposizione dell’utenza della Biblioteca di Luzzara per volontà stessa del generoso donatario. La disamina della corrispondenza con le autorità luzzaresi e in particolare dei verbali comunali delinea la chiara immagine di Zavattini non solo come promotore culturale, ma come vero e proprio fautore e “fondatore” della Biblioteca di Luzzara, che prima del 1967 esisteva solo come embrionale sala di lettura, interna all’edificio comunale, provvista di uno scarsissimo e disorganizzato catalogo bibliografico.
Occorreva una figura dalle ampie vedute culturali come Cesare Zavattini, altruista nella sua strenua volontà di offrire il sapere ai propri concittadini, come sottolineava a più riprese nella splendida intervista raccolta da Lidia Malacarne: «Il paese era culturalmente vuoto, e credo che, se non ci fossi stato io, sarebbe rimasto vuoto ancora (…). Ho avuto il pallino di dire: “Mi occupo di Luzzara…”. Io ho sempre avuto un certo didattismo nei confronti del mio paese, che era anche una rivalsa di uno che per anni era stato maltrattato e persino umiliato, potrei dire. Allora c’è stata questa componente psicologica. Io avrei voluto fare cento cose al mio paese, venti iniziative, poi, di fronte alla realtà, mi sono accorto che era già molto che fossi riuscito ad attuarne alcune. Anche se bisognava andare adagio, io però non ho mai mollato».
All’inaugurazione della Biblioteca luzzarese era presente anche l’amico Mario Soldati, il quale nel volume Lo specchio inclinato, presente nel Fondo e dedicato proprio a Zavattini, ricorda con vivido pathos la giornata: «Sono andato ieri sera, giovedì 21 settembre, a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, sulla riva del Po, per l’inaugurazione della Biblioteca Comunale intitolata a Cesare Zavattini. Invidio Zavattini e quanti, come lui, sono nati in un piccolo centro e vi hanno trascorso l’infanzia e la prima adolescenza, poi miniera indistruttibile e insostituibile della vita, anche quando la vita ne è inconsapevole. Zavattini, da allora, è vissuto a Milano e a Roma; ha girato, e gira, tutto il mondo: ma non si è mai, sostanzialmente, allontanato da Luzzara. Vi è sempre tornato, ogni anno, per qualche settimana o qualche mese: ci scappa appena può. E anche per questo lo invidio. (…) La fedeltà di Zavattini a Luzzara è una cosa sola con la fede che Zavattini ha nella forza spirituale e, diciamo pure, religiosa della cultura: ed è la base stessa della personalità di Zavattini, la sorgente della sua ispirazione artistica e della sua simpatia umana».

Il recupero di un patrimonio

I volumi con dedica d'autore

I volumi con chiose di Zavattini