marzo – aprile 2018

 

NOVITÀ in biblioteca

Annalena Benini
La scrittura o la vita. Dieci incontri dentro la letteratura | Rizzoli, 2018

Il mestiere della parola raccontato in prima persona da dieci scrittori italiani: “dagli altri voglio sapere come si cammina con il fuoco dentro, voglio riconoscere quel fuoco, e anche l’unicità della vocazione, contare le cose infrante lasciate per terra, e voglio che il fuoco degli altri faccia divampare il mio. Per questo ho cercato dieci scrittori italiani: vicini alla mia idea di vocazione e anche disposti a spiegarla, a raccontare di questo mestiere che è il loro padrone e a individuare il momento in cui sono riusciti a dire: “Io sono uno scrittore”. Percorrono tutti strade differenti e non si sono immersi in un filone letterario ma mi sembra abbiano creato qualcosa di nuovo, facendo un passo in avanti nel cammino della letteratura italiana.Negli scrittori, nelle loro vite, ma credo in tutte le persone, io cerco sempre questa specie di follia che a volte è molto bene addomesticata, a volte quasi invisibile, ricoperta di strati di ragionevolezza, doveri, vita dei giorni, sesso, famiglia, inciampi, successo, imbarazzo, cinismo, paura, ironia, vergogna (ma credo che uno scrittore, quando scrive, debba liberarsi della vergogna). Mi entusiasma scoprire che esiste sempre un nucleo di passione che non può essere scalfito da niente, e che non è socievole né affidabile, perché è una concentrazione costante su qualcos’altro, è un pensiero altrove”.

Susan Sontag
Odio sentirmi una vittima | Il Saggiatore, 2016

Riflettere è stata l’attività principale nella vita di Susan Sontag. E scrivere. Riflettere e scrivere sulla malattia e sulla marginalità dei malati, dei pazzi, degli artisti; sulla rottura delle categorie stereotipiche di maschio e femmina o giovane e vecchio; sul rapporto tra amore, eros e amicizia; sulla necessità dell’impegno contro le guerre e della critica alla società occidentale; sul bisogno di reagire all’anti-intellettualismo. Nella sua vita. Susan Sontag ha sperimentato di tutto: la laurea a Harvard e l’insegnamento alla Columbia University insieme alle droghe e al punk-rock dei concerti di Patti Smith al Cbgb; il divorzio e la fuga dall’insegnamento universitario e poi la vita tra New York e Parigi e l’amicizia con Roland Barthes. In “Odio sentirmi una vittima” Susan Sontag racconta che cosa significhi essere una donna intelligente, indipendente e appassionata. Una donna che ha saputo trasformare l’inquietudine esistenziale in un’incessante e fruttuosa ricerca, nella tensione a reinventarsi perpetuamente. Una donna che non ha avuto paura di rivoluzionare tutto più e più volte, muovendosi sempre in terra straniera e sempre scoprendo di essere già in cammino: una vita passata ad andare via, un eterno apprendistato alla vita.

Alice Munro
La vita delle ragazze e delle donne | Einaudi, 2018

Natalia Ginzburg
Le piccole virtù | Einaudi, 2015

Giorgio Biferali
L’amore a vent’anni | Tunuè, 2018

Giulio e Silvia abitano nella stessa strada, ma si conoscono in facoltà. Lui, cresciuto con due fratelli e genitori che stanno insieme da sempre, vive nel ricordo di amori infantili fatti di sguardi fugaci e imbarazzi; lei, figlia unica e costretta a vivere con una madre che non sopporta, ha varie storie tormentate alle spalle e si sente ormai incapace di legarsi a qualcuno. Sullo sfondo di una Roma umorale e capricciosa, l’incontro con Silvia trascinerà Giulio in un amore simile a un’altalena, dalla quale sarebbe bene scendere, a meno di voler scoprire il più inaspettato e beffardo dei segreti.

Tanja Langer
L’anima inquieta| Mondadori Electa, 2017

Warnemünde, una stazione balneare sul mar Baltico. 1907. Un uomo dipinge in piedi davanti alla finestra. Scandagliando la profondità dello spazio, vi colloca degli oggetti che. deformati, appaiono minacciosi. I colori divampano brutali, le torme sono vorticose. Il pensiero di Tulla lo ossessiona e lo tiene ancorato a un sentimento in bilico tra odio e amore, tra un intenso desiderio fisico e un’incontrollabile gelosia. La sua irrequietezza esistenziale – che ha origine nell’infanzia – si trasforma sempre più spesso in paura. Ha paura di ciò che avverte dentro di sé. L’uomo protagonista di questo romanzo è Edvard Munch, il pittore norvegese che più di chiunque altro ha affidato all’arte l’espressione dei propri moti interiori. La sua esistenza si svolge a cavallo tra due secoli, l’Otto e il Novecento, ma anche tra due mondi: la vita ritirata nei gelidi paesaggi del Nord, e la forzata frequentazione di galleristi, committenti e mercanti nelle capitali europee, i quali intuivano il suo talento ma volevano imbrigliarne gli eccessi caratteriali. Il male di vivere di Munch culmina nel 1908, quando chiede di farsi ricoverare in una clinica psichiatrica a Copenaghen. Di questo grande artista Tanja Langer azzarda un ritratto introspettivo davvero insolito.

Margo Jefferson
Negroland | 66th and 2nd, 2017

Georges Simenon
Il fondo della bottiglia | Adelphi, 2018

Accade molto di rado che Simenon segnali che i personaggi e gli eventi da lui narrati sono «puramente immaginari e privi di qualsiasi riferimento a persone viventi o defunte». Per capire come mai in questo caso ne abbia sentito il bisogno occorre tornare al 1945, quando al fratello Christian, condannato a morte in contumacia per aver coadiuvato le SS in una spedizione punitiva che aveva fatto ventisette vittime, Georges aveva consigliato di arruolarsi nella Legione straniera: un modo per scomparire, certo, e per riscattarsi – ma anche, cambiando cognome, per non compromettere lo scrittore ormai celebre con una parentela imbarazzante. «È colpa tua! Lo hai ucciso tu!» si sentì rinfacciare dalla madre allorché, ai primi di gennaio del 1948, lo stesso Georges le comunicò la morte, nel Tonchino, del figlio preferito. Nei mesi immediatamente successivi, quasi volesse espellere i propri fantasmi, Simenon scrisse due dei suoi romanzi più neri e potenti: La neve era sporca e Il fondo della bottiglia. In quest’ultimo, uno stimabile avvocato, che è riuscito, partendo dal basso, a conquistarsi un posto nella ristretta comunità dei notabili di Nogales, al confine tra gli Stati Uniti e il Messico, vede vacillare tutte le sue certezze quando gli compare davanti, evaso dal carcere in cui scontava una condanna per il tentato omicidio di un poliziotto, il fratello minore – quello debole, irresponsabile, sfortunato, eppure dotato di un inquietante potere di seduzione –, che gli chiede di aiutarlo a passare la frontiera. Nel piccolo mondo costituito dai ricchi proprietari dei ranch l’arrivo dell’estraneo scatena una sorta di psicodramma, che culminerà in una vera e propria caccia all’uomo, mentre, fra odio e amore, rancori e sensi di colpa, sbronze e scazzottate, si consuma la resa dei conti tra i due fratelli.

NOVITÀ PER CRESCERE | sezione ragazzi

Heather Alexander
Il mio corpo | bambini 6-10 anni 

Ti sei mai chiesto come respiri, cammini, vedi o senti? O perché devi mangiare? O come è fatto il tuo cervello?
Scoprilo in questo libro che risponde a più di 100 domande sul corpo umano. Sfoglia e solleva 70 alette per capire come funziona ogni parte del tuo corpo, dalla testa ai piedi! Curiosando tra le pagine: scopri quali sono le diverse parti del tuo corpo; esplora i muscoli e le ossa che ti permettono di camminare; da un’occhiata a dove va a finire il cibo che mangi; osserva da vicino come funzionano il cuore e i polmoni; guarda come è fatto il tuo cervello; fatti stupire dai cinque sensi.

Pamela Lyndon Travers
Mary Poppins | bambini 10-14 anni

Non c’è bambino che, vedendo il film di Walt Disney del 1964, non abbia desiderato conoscere Mary Poppins, salire le scale scivolando sul corrimano, come lei; aprire un ombrellino e prendere il volo; pescare dalla sua grande borsa che contiene di tutto, persino una poltroncina. Mary Poppins compare un giorno portata dal vento in Viale dei Ciliegi 17, davanti alla casa più piccola della strada, e cambierà per sempre la vita dei bambini Banks.

Micol Beltramini
Piccola enciclopedia degli alieni | bambini 6-10 anni

Non sarebbe deprimente da morire credere di essere l’unica forma di vita dell’universo? Il mondo, come spesso accade, si divide in due categorie di persone: quelli che sperano ci sia vita su altri pianeti, e quelli che sarebbero felici di sapere che non ce n’è affatto. Funziona un po’ come la religione: garanzie non te ne dà nessuno, o ci credi o non ci credi. Quelli che coltivano il proprio orticello stanno bene come stanno, l’altro da sé non fa per loro. E poi ci sono quelli che scrutano l’infinito con occhi sognanti, chiedendosi: è davvero tutto qui? Questo libro è amorevolmente dedicato a entrambe le categorie.

Lily Murray – Chris Wormell
Dinosaurium | bambini 6-10 anni

In mostra 150 milioni di storia e una collezione eccezionale di mostri del Mesozoico, dal piccolo Troodon al gigantesco Brachiosaurus. Illustrazioni d’artista piene di dettagli, tante informazioni aggiornate: un libro da leggere, esplorare e sfogliare.

PROPOSTA TEMATICA DEL MESE: COGLI LA ROSA. GIARDINI, ORTI E LABIRINTI

Jane Austen
Mansfield Park | Einaudi, 2013

Fanny Price non ha niente delle protagoniste dei romanzi di Jane Austen: non ha il senso dell’umorismo di Elizabeth Bennet né la frivolezza di Emma, non possiede la consapevolezza e l’intelligenza di Elinor Dashwood o l’irruenza e l’intraprendenza di sua sorella Marianne. Perciò, sin da quando viene accolta ancora bambina in casa degli zii Bertram, Fanny capisce che l’unica cosa che può fare è ricevere l’educazione che, rispettando i dettami e i canoni dell’epoca, farà di lei una donna dolce e remissiva, “un’amica e una compagna ideale”. Tuttavia, quando da Londra arrivano a Mansfield Park i fratelli Crawford, due giovani più indipendenti dei compassati Bertram, nascerà una girandola di simpatie, passioni e illusioni i cui effetti toccheranno anche la timida Fanny, scuotendone le certezze e portandola a capire – grazie a una prosa deliziosamente ironica con cui l’autrice non manca di criticare l’educazione che la società inglese di inizio Ottocento riservava alle donne di essere qualcosa di più di una semplice e brava dama di casa.

Michael Jakob
Sulla panchina. Percorsi dello sguardo nei giardini e nell’arte | Einaudi, 2014

Quando ci sediamo su una panchina in cerca di un momento di riposo o per godere della vista di un paesaggio, quasi mai ci rendiamo conto di quanto questo oggetto, in apparenza banale e insignificante, funzioni come una vera e propria macchina visiva, “intelligente e visionaria”, in grado di farci comprendere la realtà che abitiamo. Obbedendo a una semplice quanto efficace strategia visiva, la panchina, mentre apparta dal flusso del mondo, crea situazioni e paesaggi particolari, insegna, suscita, cita. Orienta il nostro sguardo e modella il nostro stato d’animo. Michael Jakob ci guida in un viaggio sorprendente attraverso i giardini e le epoche, dalla Toscana rinascimentale alla Francia del Settecento, dalla Russia degli anni Venti ai paesaggi industriali della contemporaneità, provando a ricostruire le molteplici vite di un’entità desueta: dalle panchine reali, come le “panche di via” di Firenze o Pienza e quelle stravaganti di Bomarzo, a quelle letterarie (Rousseau, Stifter, Sartre), artistiche (Manet, Monet, Van Gogh, Liebermann) o cinematografiche (Vertov, Antonioni).

Knut Hamsun
Pan | Adelphi, 2001

“Pan” è uno dei rari romanzi moderni in cui la natura parla, nella lingua sommessa e sognante della breve estate nordica, del suo chiarore diffuso e fosforico. Ed è, insieme, l’epos di un amore impossibile che si carica sempre più di esaltazione e struggimento. Pubblicato per la prima volta nel 1894, “Pan” divenne ben presto uno dei libri più amati di Hamsun. Il tenente Glahn, che nelle carte trovate dopo la sua morte racconta la sfortunata passione per la giovanissima Edvarda, diventa la voce stessa della passione, con le sue maree incontrastabili che invadono la natura tutta e creano un amalgama dove alla fine è arduo distinguere ciò che è paesaggio e ciò è psiche.

Tess Gallagher
Viole nere | Einaudi, 2014

L’umanità cantata da Tess Gallagher è quella che abita un quotidiano che all’improvviso si apre verso l’infinito. Vedove, uomini soli e annoiati, cittadine in cui non succede nulla, vite qualsiasi – e per questo uniche rivoluzionate dall’emergere di una crisi improvvisa, da uno scoppio di violenza rivelatrice, da un incontro con un amico o uno sconosciuto che diventa epifania. Come il racconto della visita di Norman, un amico cieco, che insegna alla coppia di protagonisti quanto da temere non sia la cecità fisica ma “la cecità al mondo dei sogni”: lo stesso episodio alla base di “Cattedrale”, il racconto del marito della Gallagher, Raymond Carver. “Viole nere” riunisce tutto il meglio della produzione narrativa e poetica di Tess Gallagher, restituendo al lettore italiano un’immagine completa del vasto universo creativo e sentimentale della poetessa statunitense. Le poesie presentano il testo inglese a fronte.

Henry David Thoreau
Walden. Ovvero Vita nei boschi | Einaudi, 2015

Come può un libro all’apparenza cosi remoto nel tempo e nello sguardo sul mondo parlare come pochi altri al nostro presente? “Walden” è il diario di due anni, due mesi e due giorni di vita solitaria trascorsi da Thoreau nella campagna del Massachusetts, in un capanno sulle rive del lago Walden. A queste pagine militanti e risolute, oltre un secolo dopo, si ispireranno i movimenti ecologisti e ambientalisti di mezzo mondo. Ma Walden è, soprattutto, un inno all’isolamento, il resoconto di un ritorno alla natura, per arrivare dritti al cuore smarrito delle cose.

Luigi Serafini
Storie naturali di Jules Renard | Rizzoli, 2011

In questo volume, pubblicato in una preziosa edizione numerata per l’anniversario dei sessanta anni della BUR e ora riproposto in versione “economica”, Luigi Serafini ha voluto rendere un omaggio a quelle “Storie naturali” di Jules Renard che lo accompagnano da decenni come punto di riferimento per il suo lavoro. Per illustrare la sorridente natura umanizzata del maestro francese ha così concepito un’intera botanica fantastica le cui foglie formano un bosco incantato fatto di alberi animati e piante mutanti, una celebrazione dell’eterna vitalità della storia naturale.

Joyce Carol Oates
Il giardino delle delizie. Epopea americana | Il Saggiatore, 2014

Campi di segale sotto il sole abbacinante dell’Arkansas. Le mani strappano i frutti dalla terra, la terra prude e si mangia le mani. I braccianti arrancano nel meriggio insieme ai cavalli e il sogno americano è un abbaglio nell’afa, una zacchera di fango sulla schiena, un canto di nostalgia e speranza spezzato dalle spighe del grano. Clara è la figlia di due contadini e trascorre l’adolescenza a correre tra gli odori aspri ed erbosi delle piantagioni, e a rubacchiare oggetti insignificanti nei negozi per divertimento e noia. Vagheggia un futuro di emancipazione, ricchezza e amori idilliaci; fantastica di evadere dalla promiscua violenza del suo mondo provinciale gettandosi con abbandono in ogni avventura: prima con Lowry, fascinoso e ribelle apolide che la strappa alla famiglia e l’abbandona subito dopo averla ingravidata; poi con Revere, facoltoso uomo già sposato che Clara seduce in cambio di una promessa di stabilità economica; infine con suo figlio Swan – l’ennesima speranza di riscatto, l’estrema illusione di una riscossa impossibile -, destinato però a diventare un uomo violento e autodistruttivo e a far naufragare anche gli ultimi sogni della madre. Primo capitolo dell’Epopea americana di Joyce Carol Oates, “Il giardino delle delizie” racconta l’America proletaria degli anni Cinquanta e Sessanta, l’America white trash, avida di scalate sociali e rivincite, cianotica per i pugni incassati dai bastardi nelle bettole e dalla vita. Manescamente sordida, fumeggiante e sognatrice. Attraverso gli occhi di una ragazza fragile e bellissima, straziata dai desideri e dai demoni sociali ereditati, Oates tesse una storia di abusi e violenze, un ritratto realistico di quella impetuosa fiumana americana che travolge e annega i suoi figli, attirandoli ai margini dell’esistenza, senza possibilità di ritorno, nel miraggio di un paradiso terrestre, un giardino delle delizie che si rivela, alla fine, una terra desolata.

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Immagine © The soul of the rose, John William Waterhouse, 1908, Private Collection

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